Noemi Mariani | DEL DARE E DEL RICEVERE
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DEL DARE E DEL RICEVERE

C’È UN TEMPO PER DARE E UN TEMPO PER RICEVERE.

Dare e ricevere.

Dare e ricevere.

Scambiare – ovviamente dopo essersi lavati le mani – è il verbo più giusto per descrivere queste due azioni che, secondo un’ottica karmica rivisitata in chiave occidentale, dovrebbero essere quanto più possibile in equilibrio tra loro.

E invece in questi giorni ci stiamo rendendo conto che l’ago di questa bilancia è sempre più rivolto verso il ricevere e il credere che per noi tutto sia dovuto, scontato, ovvio.

Credo che tutto questo abbia a che fare con la libertà.

Ma cosa ne possiamo sapere noi di libertà?

Sono nata il 14 marzo del 1989. Il 9 novembre di quello stesso anno crolla il Muro, uno dei simboli che aveva tenuto il mondo diviso, ancora aggrappato a un passato fatto di guerra, di rinunce, di morte. Noi che ne abbiamo conosciuto solo la parte bella, che l’abbiamo “ricevuta” senza dare nulla in cambio, possiamo veramente comprenderne il significato?

Cos’è la libertà? Non è da confondere con l’anarchia. Essere liberi non vuol dire fare ciò che si vuole. La libertà è un cavallo a briglie sciolte, ma pur sempre con le briglie.

“La mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro”. La libertà è un concetto che si capisce solo nel momento in cui si comprende che ha una dimensione più sociale che individuale.

Etimologicamente il contrario di libertà è cattiveria, che deriva da “captivus”, prigioniero.

E quindi in questi giorni, anche se in una gabbia un po’ ci sentiamo, è importantissimo capire che abbiamo ancora la possibilità di scegliere se essere liberi o cattivi, se fare del bene per noi, per chi ci sta vicino o se agire nel nome di una libertà che non tiene conto dell’altro e che assomiglia così più a un capriccio irresponsabile. Perché a volte bisogna anche “dare” nella consapevolezza che ora è il nostro turno di lottare per la libertà.